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Il titolo "Poter agire" fa da filo conduttore alla lettura di tre luoghi kantiani: quello antropologico, quello storico ed infine quello teoretico. In ambito pragmatico das Können, il poter fare ed agire si esprimono nella civiltà e nel costume, dunque nell'ethos. L'io posso in questo contesto si lega alla prassi dell'uomo prudente. La Prima lettura mette in evidenza quegli elementi fondamentali della prudenza, presenti in Locke, Voltaire e Kant, che rendono possibile il passaggio dalle passioni dell'io alla comunità; si tratta della sollecitudine per gli altri e del benessere comune. La Seconda lettura è dedicata allo scritto del 1786 Inizio congetturale della storia degli uomini e al commento antropologico fornito da Kant alla Genesi veterotestamentaria. Dalla lettura dello scritto del 1786 nascono prospettive molto interessanti per guardare alla comunità mirando non più al benessere (prudenza), ma al riconoscimento dell'altro come fine in sé (morale). La Terza lettura si concentra sul tema dell'azione libera spostando la visuale dagli ambiti antropologico e storico a quello teoretico. La lettura muove dall'analisi della dialettica trascendentale e cerca una possibile soluzione all'antinomia della libertà nella visione compatibilista dell'agire.